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Pubalgia

La pubalgia:una sindrome tanto dolorosa e invalidante quanto sfuggente.

La sua definizione non e’ semplice. E’ il nome che si da’ a una serie di sintomi che sono tutti caratterizzati dalla presenza di dolore nella zone pubica. Dolore che può essere provocato da una settantina di fattori diversi: ernie, tendiniti, problemi circolatori, ossei o muscolari che concorrono nella zone pubica. In quest’ultima si incontrano le tensioni generate dai muscoli addominali (retti e obliqui interni ed esterni) e dai muscoli adduttori delle cosce.

In condizione di normalità c’e’ un equilibrio che permette al corpo di muoversi senza alcun problema. Se questo equilibrio viene in qualche modo alterato, ecco che si crea un’infiammazione che porta al dolore, e si parla di pubalgia.
L’alterazione dell’equilibrio può essere dovuta a stress dei muscoli o a microtraumi dovuti all’attività fisica, oppure anche a fattori congeni, per esempio una gamba più lunga dell’altra o un’asimmetria del bacino, che sollecitano in modo non omogeneo la muscolatura e la sinfisi pubica, cioè l’articolazione cartilaginea che unisce le ossa del bacino sul pube.

Solo un terzo di chi soffre di pubalgia avverte subito un dolore acuto, nei due terzi dei casi i primi sintomi sono solo un fastidio locale, un leggero dolore che si prova quando si piegano le gambe, per esempio per infilare i pantaloni o allacciarsi le scarpe. Il consiglio e’ non trascurare questi primi sintomi, perche’ con il tempo si possono creare calcificazioni, tendiniti, borsiti,
infiammazioni che possono diventare anche molto dolorose e molto lunghe da curare.

Non basta la palpazione statica della muscolatura, bisogna che il paziente si muova per individuare con precisione la sorgente del dolore. Quindi
servono radiografie del bacino, in particolare del pube, per riconoscere eventuali calcificazioni anomale, microfratture o irregolarità 
dell’osso che abbiano in qualche modo compromesso l’equilibrio muscolare e scheletrico. L’ecografia, anche in movimento, indaga le cause muscolari del disturbo, eventuali edemi, traumi ed ernie. Infine, la risonanza magnetica fornisce una fotografia dettagliata d’insieme.

La cura parte sempre da un periodo di riposo, con applicazioni di ghiaccio, e, se serve l’assunzione di antinfiammatori specifici. Inoltre, si consiglia utilizzare cicli di cure con ONDE D’URTO, che eccitano gli elettroliti dei muscoli e ripristinano la loro funzionalità; con TECARTERAPIA, o con LASERTERAPIA mirata alla zona infiammata.

Una volta superata la fase di infiammazione, e’ necessaria la fisioterapia per ripristinare la forza e l’elasticità dei muscoli. Serve un allenamento specifico per recuperare la memoria muscolare, quella particolare attitudine del corpo che ci permette di compiere il gesto atletico con spontaneità, e che e’ parte fondamentale del bagaglio di talenti di un atleta.
In qualche modo, e’ come se la muscolatura debba reimparare cosa fare e come muoversi.

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